Central Monitoring Services 24/7
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Panopticon osserva, analizza e agisce di conseguenza.
Pulsa come il cuore di un organismo. E, in risposta agli stimoli dell’ambiente esterno, comunica: con l’utenza, con la città, con il mondo.
Vive con e per il territorio: Panopticon è inserito nel sociale.
L’informazione è attiva e interattiva, disponibile in ogni luogo.
La mutazione del concetto spazio-tempo è qui percepita senza mediazioni: Panopticon ha maturato l’inedita capacità di funzionare come in un tutto, in tempo reale e su scena planetaria, spingendosi verso l’immediatezza assoluta.
A Panopticon, il dentro e il fuori vivono in simbiosi, uniti dalla trasparenza che accoglie la luce naturale e restituisce energia.
A Panopticon gli occhi non trovano ostacoli e spazzano, entusiasti, il locale e il globale intorno.
A Panopticon il pensiero è di casa e permea, efficace, ogni attività.
E’ nato un nuovo universo, un universo che ha almeno due direzioni: un universo di/verso.
Che declina con ambizione il profilo storico della città. Una città che si apre, meravigliosamente a est, con il rosone della Basilica di Santa Maria di Collemaggio e che si chiude, in punta di piedi a ovest, con l’occhio di Panopticon.
Per chiudere il cerchio. Per proteggere.
Per realizzare il sogno di qualcuno che renda più sicura la vita delle persone, che sorvegli i loro beni e che controlli la tutela dell’ambiente e del territorio in cui vivono.
Qualcuno che osservi tutto e che non dorma mai.
Per portare sempre con sé uno sguardo al passato e uno verso il futuro.
In una specie di poetico glocal loop.
Manuela Ardingo