PASSATO
La sicurezza nella società in rete è una sicurezza connessa, globale, più sicura

Il nostro Panopticon nasce da un’idea che arriva da lontano e si basa sul concetto di capitalismo informazionale della network society. 

Era il 1791 quando il filosofo e giurista Jeremy Bentham propose lo schema di controllo che tanto avrebbe influenzato l’immaginario di artisti e filosofi del futuro.

Si trattava di un modello di carcere a struttura circolare che prevedeva un unico guardiano all’interno di una torre centrale chiusa e molti detenuti disposti sulla circonferenza in celle quasi del tutto aperte.

L’idea di base era che il guardiano potesse controllare senza essere visto e che i detenuti, nell’incertezza di stabilire se osservati o meno, finissero col comportarsi, in ogni momento, esattamente come se fossero osservati.

Molti lo hanno criticato, preso ad emblema di una sorta di potere occulto. Noi lo abbiamo subito fatto nostro, convinti che la certezza di poter proteggere, in chiaro, beni e persone care sia una delle tante libertà cui ogni uomo dovrebbe avere diritto.

Nel corso della storia, le grandi trasformazioni  della tecnologia o dell’economia sono sempre state accompagnate da una corrispondente trasformazione dei modelli organizzativi.

Il nostro Panopticon  prende vita dalla nascita della società in rete .

Le reti sono sempre esistite come modelli organizzativi umani,  oggi  sono diventate il mezzo più potente per monitorare, supervisionare e gestire  processi  in tempo reale  per la sicurezza di persone , beni, infrastrutture, città, territori e ambiente in un sistema sociale di crescente di complessità.

Panopticon opera nel nuovo capitalismo informazionale e  utilizza i suoi flussi mediatici, finanziari e tecnologici. Garantisce la tutela dei dati  nell’erogazione dei propri servizi in conformità alla vigente normativa,  degli obblighi di riservatezza  e  tramite specifiche  e periodiche  visite ispettive previste da sistemi di certificazione internazionali.

Crediamo, infatti, che la conoscenza unita alla capacità di poter gestire remotamente  processi  e situazioni critiche in maniera sicura, rappresenti storicamente, la più naturale garanzia nei servizi di controllo e protezione. Purtroppo viviamo tempi in cui, spesso, l’unica garanzia di giustizia sembra rappresentata dalla consapevolezza della sorveglianza. Tempi in cui sottrarsi alla sorveglianza non significa semplicemente sottrarsi alla giustizia, ma mettersi in condizione di acquisire un potere incontrollato.

Infine tornando al Panopticon di Bentham e al concetto di deterrenza , nel mondo delle persone visibili, in senso fisico ma anche in senso morale, il controllo (garantito da un lampione in un vicolo buio quanto dalla più innovativa tecnologia di  videosorveglianza) rende possibile imporre comportamenti civili. Perché la possibilità di essere visti rende tutti, naturalmente, più giusti e virtuosi.

Nel mondo delle persone visibili mettere a disposizione della comuntà un sorriso, uno stralcio di banale quotidianità, cinque minuti del proprio tempo per la coda davanti a un metal detector, un attimo di imbarazzo mentre un operatore ispeziona il contenuto della tua valigia all’aeroporto, è un gesto di responsabilità che regala più sicurezza a tutti e che non costa niente.

Ed è proprio a quel mondo che la società SPEE si è rivolta ideando il centro di controllo Panopticon, un mondo di persone visibili, reali che gestiscono processi  innovativi “timeless time”  e che hanno ben chiaro quanto sia importante diffondere la cultura della sicurezza a scapito di una cultura dell’emergenza fin troppo radicata.